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Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa di San Giovanni Battista


Secondo lo storico Francesco Russo, la comunità di Plataci nel 1535 aveva la sua Parrocchia che apparteneva alla Diocesi di Cassano, ma non sappiamo se già esisteva una Chiesa parrocchiale. I primi dati storici della sua presenza risalgono, invece, al 1600. Nel XVIII sec., sempre secondo il Russo, e attraverso un accurato studio storico-architettonico, essa venne sicuramente sostituita da una nuova a tre navate, poiché non presentava sovrapposizioni e/o giunzioni. Il sacro edificio, come tutte le primordiali Chiese parrocchiali delle comunità italo-albanesi di rito bizantino, non è stato costruito secondo i canoni architettonici delle Chiese bizantine, per le particolari situazioni, venutasi a creare nei secoli passati a contatto con il rito e le autorità ecclesiastiche latine. Essa è a pianta basilicale con un ampia navata centrale ed altre due laterali aventi larghe arcate a tutto sesto che poggiano su robusti pilastri in muratura. All’incrocio tra il transetto e la navata principale si eleva una cupola che all’interno è semisferica, mentre, all’esterno, risulta inglobata in un tamburo ottagonale attorniato da una serie di finestrelle quadrolobate. Venne più volte rimaneggiata e nel XVII sec. fu abbellita all’interno dal fasto dell’arte barocca, di cui, oggi, conserva qualche caratteristica nei capitelli e negli elementi decorativi. La Chiesa ha la facciata in stile rinascimentale con tetto a sovente ed è affiancata da un tozzo campanile a base quadrata che accoglie un originale orologio meccanico, costruito e brevettato da un defunto artigiano locale di nome Salvatore Gramsci.

A differenza del passato, quando la Chiesa madre di Plataci fu edificata con un’impostazione architettonica latina (in quanto, come abbiamo detto, dipendeva dalla Diocesi di Cassano), oggi all’interno presenta alcuni accorgimenti peculiari al suo rito quali, ad esempio, la presenza prevalente di icone al posto delle statue, di un’iconostasi che divide il vima (vedi foto) dal resto della Chiesa dove si collocano i fedeli e di un altare posto al centro dell’abside. Al suo interno, quindi, vi è stato (e vi è tuttora) un forte ripristino delle forme caratterizzanti una Chiesa di rito bizantino. Grazie ad una radicale rieducazione sulla realtà spirituale bizantina, italo-albanese, la presenza delle poche statue di legno si avvia verso una soluzione indolore.

Essa sorge nel cuore del centro storico di Plataci verso la quale confluiscono tutte le principali stradine dell’abitato. Il complesso dei fabbricati che affianca la Chiesa sul lato nord-est, si sviluppa su pianta molto irregolare ed è parzialmente diroccato. Per poter creare uno spazio antistante ad essa , costituente il sagrato, fu realizzato un terrapieno sostenuto da un muro in pietrame, con il relativo parapetto, parzialmente squadrato. Nella penultima generale ristrutturazione, risalente al 1955, il parapetto in pietra fu messo a nuovo con una serie di piastrini, realizzati con mattoni in cotto e collegati superiormente da un cordolo in cemento debolmente armato. Sempre in quell’epoca, venne demolito il fienile antistante la Chiesa nel lato rivolto verso sud, che le ha permesso di riacquistare maggiore luce e decoro. Ultimamente nel 1993, la Chiesa è stata revisionata completamente e in quell’ occasione sono stati rimessi a nuovo gli spazi antistanti con placche di pietra locale, il muretto perimetrale con mattoni in cotto ed è stata posta l’ illuminazione esterna con pali e lanterne in stile antico. E’ stato poi tolto l’intonaco esterno, realizzato con i lavori del 1955, e la muratura in pietra che è venuta alla luce è stata rifinita con spruzzate di malta cementizia, realizzando così il paramento a faccia-vista che si può ammirare nelle foto.