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Monsignor Giovanni Stamati

Nasce a Plataci, da Angelo e da Antonietta Stamati, il 9 giugno 1912. Dopo la sua ordinazione sacerdotale viene nominato dapprima parroco di Firmo, fino al 1942, e poi parroco di Lungro, dal 1943 al 1967. Il 25 marzo 1967 viene eletto, dal papa Paolo VI, vescovo di Stefaniaco e Amministratore Apostolico sede plena dell’Eparchia di Lungro e il 29 giugno dello stesso anno viene consacrato Vescovo di quella Eparchia che regge fino al 7 giugno 1987, giorno della sua dipartita terrena. Durante il suo ventennio di episcopato è stato un umile e servizievole Pastore del Popolo di Dio. Il suo zelo e le sue virtù cristiane sono rimaste impresse nel cuore e nella mente di tutti i suoi condiocesani, lasciando in ognuno di loro l’indelebile immagine del dolce e paterno suo animo che si manifestava sempre con un amorevole sentimento cristiano e con un’instancabile testimonianza evangelica, nella piena fedeltà a Dio e nell’esemplare guida spirituale della sua Chiesa Locale. Nell’omelia della sua ordinazione episcopale (29 giugno 1967) egli, umilmente, così proclamò le sue direttive e i suoi propositi pastorali: “Nei disegni misteriosi della sua provvidenza, Dio ha fatto a me, indegno suo servo, la grazia inenarrabile della pienezza del sacramento, l’Episcopato… Uno solo è il mio desiderio: servire tutti nei limiti delle mie possibilità, senza mai risparmiarmi nell’intento di far sentire a tutti la bontà di Gesù. Il pastore vive in semplicità accanto alle sue pecorelle, condivide le loro pene e le loro gioie, e, se ha una preferenza, è per le più deboli, per quelle più esposte ai pericoli, per quelle che più soffrono, perché in esse, più che mai, ravvisa il volto, la fisionomia di Cristo”. Papàs Pietro Minisci, parroco di San Cosmo Albanese ed ex Cancelliere di Mons. G. Stamati, commentando tale omelia, durante la sua commemorazione il 23 maggio 1998 nel Centro Culturale “Santa Maria delle Fonti” a Lungro, ha detto che i tratti salienti di quel discorso ispirato si devono ricondurre ai seguenti percorsi programmatici: a) pastoralità conciliare; b) vita di comunione; c) stile di dialogo; d) fedeltà alla tradizione; e)custodia del matrimonio etnico religioso; f) servizio per la promozione umana. Inoltre il relatore ha fatto presente che “lo spirito di dialogo, l’aggiornamento, le nuove frontiere aperte dal Concilio Vaticano II furono da Mons. Stamati interpretate come occasione propizia perché la nostra Chiesa Locale riscoprisse in profondità la propria identità religiosa, la propria vocazione, la propria spiritualità, il proprio ruolo…